IN STALLO
Il piedistallo in locuzione figurativa può significare innalzare qualcuno, idealizzarlo, esaltarlo.
Questa definizione trascritta letteralmente si concretizza nelle esposizioni artistiche e non. Inizialmente utilizzato come supporto per una corretta fruizione del prodotto artistico, come nella statuaria classica, nel tempo subisce 
un cambiamento concettuale, diviene non solo sostegno dell’opera, ma intero contesto espositivo.
L’arte, il suo universo millenario e l’età contemporanea hanno anestetizzato i nostri occhi, abituandoci ad attribuire al piedistallo, posto in un qualsiasi spazio espositivo, la funzione esclusiva di nobilitare l’opera, innalzandola e facilitandone la visione. Il lavoro artistico concettuale dei primi del novecento conferma quest’evoluzione: da “Fontana” (Marcel Duchamp, 1917) in cui il contesto espositivo rende l’oggetto opera, prosegue negli anni sessanta con Piero Manzoni.
Interiorizzando questo cambiamento egli lo rende parte integrante della sua poetica che culminerà con l’opera “Base del Mondo” (Piero Manzoni, 1961): un piedistallo capovolto per sostenere il mondo intero. È il mondo stesso a salire sul piedistallo, ed ogni cosa animale, vegetale o minerale diviene un’opera d’arte. Perché non considerare, dopo la rivoluzione Duchampiana, questo oggetto come protesi dell’opera d’arte?
Project in collaboration with Simone Foglia and Luca Pradella

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